Le serre solari (o serre bioclimatiche) sono locali delimitati da superfici vetrate che hanno la funzione di captare il calore dell’irraggiamento solare per immagazzinarlo e trasmetterlo all’interno dell’abitazione adiacente, mitigando così il clima interno e abbattendo i consumi energetici.

Attenzione però: non tutte le “verande” possono essere considerate “serre bioclimatiche” e usufruire dei bonus. I vincoli posti sono molti e riguardano l’orientamento obbligatorio, compreso tra sud-est e sud-ovest, la percentuale di superficie vetrata e le sue caratteristiche, e infine il rapporto dimensionale con lo spazio interno (in genere nel limite del 15%). La realizzabilità o meno di una serra solare va valutata da Regione a Regione, oltre che nel rispetto dei possibili limiti imposti dai regola- menti comunali, ad esempio di tipo igienico-sanitario.

Il “funzionamento” della serra si basa sulla captazione della radiazione solare e non necessita l’installazione di alcun impianto. Anzi, nessun impianto di riscaldamento o raffreddamento deve essere presente, e lo spazio non può avere funzioni abitative continuative.

Il risparmio energetico deve essere attestato e calcolato garantendo un abbattimento dei consumi di almeno il 10%. Valgono sempre le norme urbanistiche su altezze e distanze dai confini.

Le diverse tipologie di serre solari 
  1. Serra a guadagno diretto: spesso realizzata con divisori trasparenti e regolabili tra serra e spazio interno. In questa tipologia è all’interno dell’abitazione che avviene il guadagno solare. Nel periodo invernale le superfici vetrate non devono avere dispersioni e devono essere ben isolate.
  2. Serra a scambio connettivo: la separazione tra serra e ambiente interno è una superficie opaca isolata e con apposite aperture utili allo scambio per convezione (bocchette o serramenti) e regolabili, anche con termostati.
  3. Serra a scambio radiante: la parete divisoria accumula il calore o lo cede all’ambiente interno quando questo si raffredda. Il muro non deve quindi essere isolato, ma elemento di accumulo per mantenere la sua funzione di “scambiatore”. Ottimi risultano i laterizi pieni, gli elementi lapidei e il calcestruzzo. Occorre prevedere una coibentazione mobile da porre sul lato esterno nelle ore notturne, per ridurre le dispersioni.
Cosa dice la legge

Verificate la normativa regionale e comunale, ad esempio per la Lombardia e Milano:
• L.R. 39/2004
• Deliberazione della Giunta Regionale n° X/1216, seduta del 10/01/2014
• Art. 131 del Regolamento Edilizio del Comune di Milano. I regolamenti comunali possono avere indicazioni più restrittive, ad esempio in termini di metrature consentite.

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