Un bilocale mansardato trasformato attraverso l’impiego di legno di larice, acquistato grezzo e lavorato artigianalmente per ricavarne pavimenti, rivestimenti e arredi

Pontechianale è un piccolo comune della provincia di Cuneo (conta meno di 200 abitanti), il cui territorio confina con quello francese, a 1500 metri di quota e prospicente l’omonimo lago artificiale, formatosi negli anni ’40 in conseguenza alla costruzione di una diga a sbarramento del torrente Varaita che dà il nome alla valle. Al terzo e ultimo piano di un edificio degli anni ’70 si trova questo piccolo appartamento, 40 m2 più un balcone coperto di 7 m2, appena ristrutturato per trascorrervi i fine settimana o brevi periodi di vacanza.

La disposizione dei locali non è stata variata: l’ingresso ospita un piccolo angolo notte con letto a castello da cui si sviluppa un breve corridoio lungo il quale sono disposti una camera matrimoniale e il bagno, per sfociare poi nella zona giorno, con in fondo il balcone che affaccia sulla valle. In sostanza si è trattato di un intervento di rinnovo, che ha comunque contemplato il rifacimento degli impianti elettrico e idraulico e la completa ristrutturazione del bagno. L’unica demolizione ha riguardato la parete divisoria del corridoio, avendo deciso, giustamente, di sostituire le due porte a battente di accesso a bagno e camera con due scorrevoli a scomparsa. La parete è stata ricostruita nella stessa posizione ma in cartongesso, con l’inserimento dei due cassonetti per le nuove porte.

L’edificio non è collegato alla rete del gas e non esiste un impianto di riscaldamento centralizzato, perciò la climatizzazione è affidata principalmente a una stufa a pellet, oltre a tre ventilconvettori e uno scaldasalviette, tutti elettrici e indipendenti; l’acqua calda sanitaria viene prodotta da uno scaldabagno, anch’esso elettrico. La stufa, installata per praticità al posto del caminetto a legna preesistente, garantisce già da sola un ambiente confortevole, in quanto è sovradimensionata ed è provvista di una sim card per essere comandata da remoto, così da poterla accendere qualche ora prima dell’arrivo: bisogna solo ricordarsi di caricare il pellet prima di tornare al domicilio abituale.

La zona giorno è uno spazio aperto che racchiude le funzioni cucina, pranzo e relax, con divano letto. Qui, come negli altri ambienti, nel pavimento preesistente in ceramica sono state aperte le tracce per i nuovi impianti e sopra di esso sono state posate doghe di larice massello con finitura spazzolata spesse 20 mm, utilizzate anche per realizzare gli arredi su disegno e per rivestire le pareti, dopo aver rimosso il rivestimento in piastrelle della zona cucina e le perline in legno di pino.

Il materiale è stato acquistato in segheria e dato in lavorazione a una falegnameria locale, che ha provveduto anche a nobilitarne l’aspetto attraverso un procedimento di termocottura; dopo la posa, arredi e rivestimenti sono stati impregnati con olio naturale fino a rifiuto, mentre al pavimento è stata applicata una vernice trasparente. La sovrapposizione del nuovo pavimento ha imposto lo smontaggio della porta d’ingresso e delle ante della porta finestra per rifilarne di conseguenza la base e gli stipiti.

Prima

Il ribassamento del corridoio è stato mantenuto in quanto nasconde un vano contenitore, accessibile tramite uno sportello frontale; è stato rivestito con le nuove doghe e al suo interno è nascosto anche il boiler elettrico, prima installato a vista nel bagno. L’illuminazione è affidata alla sospensione circolare dimmerabile Lancia di Egoluce e alla lampada da appoggio Dioscuri di Artemide.

A parte il divano e il pensile, tutto è stato realizzato artigianalmente su progetto. La cucina ha il top in acciaio spazzolato; lo zoccolo su cui poggiano le colonne, le gambe del tavolo da pranzo e quelle del tavolino sono in ferro scatolato verniciato nero. Per risanare le irregolarità della parete dietro la cucina, risultanti dalla demolizione delle piastrelle e dallo spostamento degli impianti, sono state incollate lastre di cartongesso. Tutte le superfici non rivestite sono state rasate per eliminare la precedente finitura a bucciato piuttosto grossolana; per determinarne la tinta si è partiti dall’analisi colorimetrica della tonalità del pensile, riprodotta sotto forma di smalto per alcune zone soggette allo sporco (cucina e porte scorrevoli) e di pittura per le altre superfici.

Anche il letto a castello è un mobile su misura realizzato con il materiale acquistato in segheria, come pure la scaletta spostabile con aggancio a uncino; nella base sono inclusi due capienti cassetti. Qui e lungo il corridoio, per l’illuminazione sono stati scelti alcuni elementi da incasso della linea LaserBlade di iGuzzini, inseriti in battuta a soffitto per nascondere le imperfezioni degli intagli aperti nel legno; a lato dei letti due lampade da lettura Kalla di Egoluce.

Sulla parete opposta, l’alone di luce diffuso da un’applique a bottone Ø 18 cm mette in evidenza la perfezione con cui sono state rasate le pareti: con questo tipo di illuminazione, anche un dislivello della superficie impercettibile a occhio nudo produrrebbe evidenti ombre sulla parete.

Il letto contenitore è realizzato su misura e su progetto con le stesse doghe dei rivestimenti e poggia su un basamento in ferro scatolato; ai lati due lampade Tolomeo di Artemide. Il guardaroba, pur essendo un modello di serie, è stato modificato e riconfigurato affinché seguisse l’inclinazione del soffitto, ma senza lambirlo in quanto quest’ultimo presentava irregolarità non sanabili in fase di rasatura, perciò è stato tamponato sopra e di lato per raccordarlo con le superfici. Per illuminare l’area è stato applicato a soffitto il profilo ml_12 di Macrolux.

La nuova disposizione dei sanitari secondo uno schema più razionale e la sostituzione della vasca a favore della doccia hanno reso necessario spostare la porta di accesso qualche decina di centimetri verso la zona giorno: il pavimento in legno si insinua anche in questo ambiente risalendo la parete di fondo e quella dei sanitari, mentre la parete laterale è rivestita con maxilastre effetto porfido di Kronos Ceramiche.

L’allestimento, fornito da Edilceramiche, consiste in un box doccia di Ideagroup con piatto Fiora in resina color antracite, a seguire il mobile lavabo laccato sempre di Ideagroup, ma in parte rivisitato per nascondere al suo interno la lavatrice e realizzare il top con lavabo integrato con lo stesso grès del rivestimento. Davanti al mobile i vasi di Ceramica Cielo in una delicata tonalità canapa e un imponente scaldasalviette elettrico di Antrax. Le rubinetterie in acciaio sono di Gessi, le uniche fonti luminose sono una lampadina a sospensione tra doccia e lavabo e lo specchio retroilluminato che, quando acceso, evidenzia l’aspetto materico del rivestimento.

Il top che integra il lavabo è stato realizzato su commissione dal laboratorio di Edilceramiche di Trinità (CN): talvolta vengono utilizzate strutture standardizzate quanto a dimensioni, ma molto spesso vengono costruite in base al progetto, specialmente se i lavabi devono essere installati con precisione in nicchie o, come in questo caso, a completamento di un mobile.

Per il rivestimento si utilizzano grandi lastre da 6 mm di spessore, dalle quali vengono tagliati con precisione i singoli elementi, smussandone i lati a 45° e realizzando all’occorrenza i fori per lo scarico e per la rubinetteria a bordo, ove prevista. Per esempio, quando si utilizzano lastre effetto marmo, ci vuole maestria anche nell’ottimizzare i tagli in modo che le venature di due pezzi adiacenti appaiano il più possibile in linea, per un maggior effetto di continuità che restituisca l’aspetto di un monolite. In questo caso ci è voluta ulteriore precisione per accostare perfettamente i 4 triangoli che formano il fondo della vasca, scongiurando possibili infiltrazioni e inclinandoli in direzione del foro di scarico.

Su richiesta, può essere appoggiata sul fondo una lastra removibile realizzata nello stesso materiale e leggermente più stretta, in modo che l’acqua defluisca lateralmente e l’impatto estetico sia ancor più pulito. Oltre che per i lavabi, questa tecnica può essere utilizzata anche per vasche da bagno.

Progetto: Studio Antonio Perrone Architetto
Antonio Perrone – Arianna Testa

Forniture bagni (sanitari e rivestimenti ceramici): Edilceramiche

Fotografie: Marco Tacchini

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