Con uno studio attento si è riusciti a rendere gli ambienti bui di una casa luminosi e accoglienti, alternando superfici opache con settori lucidi che riflettono le sorgenti luminose lineari incassate in punti strategici
Nonostante fosse affacciata su un litorale, in una posizione perciò favorevole a essere inondata di luce naturale, questa abitazione degli anni ‘70 di 90 m² si presentava con interni talmente incupiti da dover tenere accese le luci anche in pieno giorno. L’incontro preliminare per avviare la ristrutturazione si è tenuto in una giornata estiva, nel living illuminato da una trentina di faretti alogeni incassati: è stato come mettere il dito nella piaga, era come essere in un forno, ciononostante l’illuminazione era appena sufficiente.
Principale responsabile della scarsa luminosità era la suddivisione interna degli ambienti, che impediva alla luce naturale di penetrare in profondità, perciò il primo passo è stato eliminare il più possibile le barriere e ridisegnare gli spazi attraverso demolizioni e ricostruzioni più ragionate. Poi si è cercato di colmare le rimanenti carenze di luce con il colore e con strategie di illuminazione artificiale, nonché inserendo punti d’interesse, in modo da far percepire una maggiore profondità. Mentre su pareti e soffitti domina il bianco, tutto il progetto cromatico è stato giocato sui pavimenti. L’elemento di base è un parquet di rovere, posato a file parallele per dare un senso di ordine e accentuare la spazialità; la tonalità moderatamente scura del legno rende ancor più deciso lo stacco con il giallo lucido dei riquadri in resina; alla modernità di questo materiale e alla sobrietà del parquet si aggiunge l’eleganza degli inserti in marmo.
La parte più complessa è senz’altro quella di individuare la giusta dose di ciascuno dei tre materiali, così diversi, in modo che diano vita a un insieme omogeneo, senza prevalenze. Merita un richiamo anche il battiscopa a filo muro: data la differenza materica e cromatica tra le due pavimentazioni, sono stati utilizzati due colori diversi anche per il battiscopa, che è di colore verde in corrispondenza dei riquadri in resina, grigio per le aree in cui è posato il parquet, mentre in alcuni punti è interrotto dalla presenza del marmo. Per l’illuminazione artificiale ci si è affidati per la maggior parte a strisce luminose inserite nelle superfici, studiandone il posizionamento per far sì che anch’esse rappresentassero un legame tra superfici contigue. Per questo alcune strisce luminose sono inserite nelle pareti in modo da rispecchiarsi nella resina a pavimento, creando l’effetto ottico di una linea luminosa ininterrotta su due superfici ortogonali. Altre strisce sono inserite nel controsoffitto, mentre in cucina sono installati lunghi tubi a led sospesi; completano il quadro una plafoniera circolare nella zona d’ingresso e una coppia di sospensioni, in corrispondenza della zona pranzo e di due poltroncine da conversazione, alimentate da un sottile cavo elettrificato. Queste ultime due sorgenti possono essere comandate indifferentemente tramite interruttori a parete, con un semplice tocco del filo o dallo smartphone.
L’intervento
Dopo aver ridisegnato gli ambienti, spalancandoli in più possibile all’ingresso della luce naturale, si è cercato di incentivare la compenetrazione delle stanze con diversi accorgimenti: oltre al costante richiamo dei dettagli in marmo, sono stati inseriti nel pavimento due grandi riquadri colorati, reciprocamente perpendicolari, facendo in modo che il giallo della resina accompagnasse nel percorso fin oltre la soglia di ciascuna stanza. Inoltre, il riquadro più grande si offre in tutta la sua larghezza non appena si varca l’ingresso, suscitando all’istante una sensazione di vivacità e di accoglienza.
- Progetto: Nicola Auciello
- Fotografie: Angelo Aloisi