Personalità poliedrica quella di Carla Picardi, in grado di passare dall’architettura al coaching con grande naturalezza.

Nata a Boston da genitori italiani, si laurea in architettura e segue una carriera costellata di successi: unica donna del team originario nel ridisegnare l’area londinese di Canary Wharf e direttrice di progetto del Gherkin di Norman Foster, Carla è stata poi vice presidente di City Bank e consulente per la BBC.

Per trent’anni ha diretto gruppi di persone per creare visioni e tradurle in realtà, in ambiti quali il design, lo sviluppo edilizio, l’elaborazione dei concetti, la gestione dei progetti e l’empowerment delle competenze. Oggi, tutte queste conoscenze ed esperienze sono raccolte in un libro molto interessante dal titolo “Tu puoi trasformare il tuo mondo”, i cui concetti e pratiche sono divulgati attraverso corsi di coaching. L’abbiamo incontrata nella sua casa ad Asolo, dove vive con il marito, Goffredo, pediatra.

Il luogo è davvero incantevole e permette di godere di una vista affascinante: «Nel 1999 abbiamo comprato questa casa – ci racconta Carla Picardi – perché aveva una location davvero spettacolare. Solo dopo alcuni anni abbiamo scoperto che era stata progettata nel 1959 dallo Studio Tetrarch, un team che includeva due progettiste, Carla Federspiel e Adelaide Bonati, e che era stata pubblicata nel 1960 su Abitare e su Encyclopedia della Donna. Nel tempo, però, era stata rimaneggiata più volte e questo le aveva fatto perdere gran parte del suo charme originario.

Ho quindi riprogettato l’immobile, sventrandolo letteralmente, ho aggiunto una parte ex novo, che mi ha permesso di far fluire meglio l’idea progettuale. La nuova estensione ha interessato due bagni e una zona d’ingresso di più forte impatto, che unisce con maggiore continuità gli spazi sia verticalmente sia orizzontalmente. Ho aggiunto inoltre alcune finestre in zone chiave, per portare maggiore luce e una vista migliore agli interni».

Perché avete deciso di abitare proprio qui?

Asolo è un luogo davvero magico e poi Goffredo aveva il suo lavoro, figli e nipoti qui. Io, dopo una vita in giro per il mondo, mi sentivo pronta per un cambiamento – era tempo per me di sposare un essere vivente, non un altro progetto di grattacielo! – E così è stato e ne sono felice.

La casa ha uno stile davvero personale, unisce arredi e oggetti molto diversi tra loro, ma l’effetto è molto gioioso e armonico. Come sei riuscita in questa sintesi così originale?

Credo che sia possibile mixare ogni tipo di oggetto, basta che siano in armonia l’uno con l’altro. Amo arredi e oggetti ben disegnati e molti di questi oggetti sono etnici, realizzati da popolazioni indigene in giro per il mondo. Sono tutti pezzi che ho raccolto durante i miei viaggi, sono stati realizzati, scelti e collocati con amore, questo è il filo che li collega e che crea l’armonia che sei riuscita a notare. Questo è il nostro luogo di pace e di serenità.

Quali sono le zone della casa che ami di più?

È la parte composta dall’entrata, cucina, sala da pranzo e area living. È molto ampia, libera, autentica e confortevole, offre una vista magnifica che rende giustizia ai cambi di luce nell’arco della giornata e allo scorrere delle stagioni, di giorno, di notte e in ogni direzione.

E veniamo al tuo libro, perché hai deciso di scrivere un libro proprio su questo argomento?

Perché ho realizzato che nessuno lo insegna, non in famiglia, nè a scuola, nella società o nel nostro lavoro. Noi non siamo vittime del capriccio del destino o di un Dio cattivo: noi facciamo delle scelte (anche quando non lo facciamo di fatto lo sono) e una scelta dopo l’altra forgiamo la nostra vita. La consapevolezza di questi concetti ha il potere di cambiare il corso della nostra vita e il nostro stile di leadership. Introduco in modo semplice questi concetti, per aiutare a comprendere in che modo ogni rapporto e ogni evento positivo o negativo della nostra vita ci restituiscano l’immagine di chi siamo. Una volta chiarito chi siamo veramente e in grado di riconoscere che le nostre scelte creano le nostre vite, possiamo cominciare a capire il ruolo che abbiamo nel plasmare i piccoli e i grandi eventi del nostro mondo.

Scheda progetto
Foto
Gianni Basso/ Vega Mg

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