Il parquet in legno naturale, grazie alle moderne tecnologie industriali che lo rendono stabile nel tempo, diventa facile da mettere in opera e dura più a lungo

Per chi ama i materiali naturali, le sfumature irripetibili, le tonalità di colore calde, la scelta di un parquet in legno è una via quasi obbligata: può essere calpestato a piedi nudi, perché la sua conducibilità termica coincide quasi con quella del corpo umano; è sufficientemente morbido per migliorare la sicurezza in una casa abitata da bambini, si spazza e si lava con gran facilità e, cosa importante per chi ha un po’ di manualità, la sua installazione può essere fatta da sé.
Questo è possibile grazie alle caratteristiche dei parquet moderni: prodotti su scala industriale, con tolleranze dimensionali praticamente nulle, impiegano il legno senza sprechi e sono dotati di tutti gli accorgimenti che ne agevolano l’installazione.
Un parquet di oggi ha uno spessore di circa 10 mm, di cui i 5 mm superiori sono di legno nobile: massello di qualità dell’essenza che preferiamo, dal rovere, al ciliegio, al faggio, al frassino o alle resistenti ed economiche essenze africane, come l’iroko; lo spessore di 5 mm consente, dopo anni di onorato servizio, il rinnovo del parquet mediante una semplice levigatura, che lo farà tornare come nuovo.

Il supporto sottostante è formato da circa cinque strati di betulla, che compongono un multistrato indeformabile legato con colle ad alta resistenza; il supporto, pur evitando imbarcamenti e torsioni dello strato nobile, ne lascia inalterata l’elasticità e la flessibilità: infatti è attraversato da fenditure trasversali, che ne rendono possibile la posa anche su superfici non perfettamente piane, come i vecchi solai imbarcati.
Esistono parquet i cui elementi sono verniciati in fabbrica e, dopo la posa, sono immediatamente utilizzabili senza ulteriori trattamenti; normalmente vengono usate vernici anti U.V., che proteggono il legno dalla luce e ne rendono inalterabile nel tempo la colorazione.
Se, tuttavia, la posa avviene in un locale non abitato, in cui possiamo utilizzare sul posto vernici a solvente, è preferibile acquistare listoni allo stato grezzo, che verniceremo dopo la posa e dopo una levigatura accurata per eliminare ogni minima imperfezione nelle giunzioni.

Per agevolare la messa in opera tutti gli elementi del parquet hanno i bordi lavorati a dente e canale: è sufficiente incastrare un elemento all’altro, nei due sensi, per ottenere una superficie liscia e regolare.

Il sottofondo

I parquet che prevedono l’incollatura al sottofondo possono essere applicati direttamente sul massetto di cemento; ma questa è una pratica che non adotta quasi più nessuno, poiché è preferibile interporre tra il legno ed il solaio uno strato termoisolante e fonoassorbente in vari materiali.
Sul sottofondo si stende quindi il tappetino; su questo, infine, si può posare il parquet che, date le caratteristiche del sottofondo, può benissimo essere del tipo flottante.
Il parquet flottante è un tipo particolare di pavimento i cui elementi non hanno bisogno di essere incollati allo strato sottostante: è sufficiente incastrarli ed incollarli tra loro, con comune colla vinilica, e la posa in opera diventa più semplice e rapida.
Specie se si tratta di ricoprire un vecchio pavimento esistente, il parquet flottante è particolarmente indicato: stendiamo al suolo lo strato livellante, che in questo caso può essere costituito da un foglio di propilene, di speciale carta oppure di sughero, che è particolarmente fonoassorbente.
Se il modello di parquet adottato è del tipo a listoni, occorre scegliere l’orientamento delle liste: è sempre preferibile che queste siano disposte parallelamente alla direzione della fonte principale di illuminazione; esistono altri motivi, compreso quello a lisca di pesce, venduti a quadrotte, il cui montaggio è meno difficoltoso.

La posa

Occorre iniziare la posa dalla parete più in vista; per mezzo di alcuni cunei di legno, la prima lista viene distanziata dal muro di un numero di mm pari allo spessore del parquet: normalmente, quindi, il cuneo distanzia il parquet dalla parete di 10 mm.
La fessura rimasta è mascherata, alla fine del lavoro, dallo zoccolino battiscopa.
Dopo la posa della prima fila, se il motivo è a listoni, occorre sfalsare i giunti: è un errore, infatti, che i bordi all’estremità di ogni lista si trovino tutti sullo stesso allineamento.
Nel caso dei pavimenti flottanti dobbiamo fare attenzione a incollare perfettamente tutto il perimetro di ogni lista, facendo in modo che la colla formi uno strato impermeabile che impedisca ad eventuali liquidi di penetrare sotto il pavimento.
Per assemblare ogni lista alla precedente, dopo aver fatto combaciare dente e canale, battiamo la lista con un martello, usando come tampone per non danneggiare il bordo della lista una tavoletta di legno; ogni due o tre liste è prudente accertarsi di procedere parallelamente alle pareti: per non correre il rischio di arrivare alla parete successiva con una linea diagonale, controlliamo con il metro, all’inizio ed al termine della lista, che le distanze dalla parete siano uguali.
La colla che fuoriesce dai giunti a seguito della battitura con il martello, deve essere velocemente rimossa con una spugna imbevuta d’acqua.
Poiché ogni lista si diversifica dalle altre a seguito delle diverse venature del legno, occorre osservarle con attenzione prima della posa e scegliere quella che meglio si adatta alla lista adiacente.

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