Un recupero storico diventa sostenibile se rimane il luogo delle tracce di senso

Gli spazi antichi dell’abitare a confronto con la ricerca del nuovo confort urbano. Questo è oggi casa R., una residenza dei primi anni del 1900 a Bari, dove il riflesso degli originari spazi storici della tipologia del Murattiano, convive in una fruibilità rinnovata nel segno del benessere e del comfort sostenibile. Il recupero e la riqualificazione energetica è stato sviluppato da Francesco Saverio Simone, sustainable building designer, specializzato negli interventi su edifici storici e Beni Culturali. Una attività ventennale, con una particolare attenzione alla connessione tra territorio costruito e socialità urbana, nei settori del recupero funzionale e della valorizzazione immobiliare per la riqualificazione urbana del patrimonio esistente.

Recuperare e reintegrare le componenti storiche

Il progetto di recupero trae origine da una attenta valutazione preliminare di tutte le componenti storiche da recuperare e reintegrare. Gli ambienti storicizzati vanno percepiti secondo una pluralità di aspetti e ne vanno riconosciute e spesso non senza fatica, riposte in luce, certe componenti non solo di forma, ma potremmo definirle di senso dello spazio abitato, che comunicano e rendono l’identità dei luoghi. Una identità che non va negata, ma che puo’ crescere e modificarsi secondo quelli che saranno i modi in cui i nuovi abitanti dei luoghi comunicheranno con l’identità degli stessi. Questa riflessione è alla base del progetto, spazi storici contraddistinti dalle tipiche volte dell’architettura murattiana di inizio secolo, che attraverso una nuova fruibilità interna, mediante il riconoscimento e la riapertura di varchi porta esistenti, sono stati completamente riqualificati, in una comunicazione a doppio ingresso attraverso le originarie porte ad anta modanata, tra l’ampia zona soggiorno, la cucina con i relativi affacci balconati e la zona di ingresso con armadi e bagno.

L’identità dei luoghi nello spazio progettato

L’identità dei luoghi è stata volutamente richiamata nel progetto, in modo costante ma originale: l’ambiente giorno è contraddistinto dal recupero degli infissi lignei esterni, migliorati nelle loro caratteristiche termiche ed isolanti, da grandi nicchie esistenti voltate ed oggi adibite a librerie, dal riutilizzo, unico nel suo genere, degli elementi listellari delle pavimentazioni artigianali in cementine decorate risalenti agli anni trenta del secolo scorso, ora impiegati come battiscopa a parete. Altre cementine decorate e di forma esagonale sono state impiegate invece come rivestimento a tutta parete della zona cottura e lavorazione dei cibi.

L’ambiente notte, è stato risolto attraverso l’innesto di un involucro scala, lineare per forma e aggetto, realizzata in gradoni di metallo su misura, a servire uno spazio pensile, plasmato dalla curvatura delle volte e definito dalla luce delle superfici continue in vetro del parapetto, in posizione discreta ma comunicante con l’ambiente sottostante. La zona ingresso, ridisegnata con contenitori filo muro, oggi ospita lavanderia e bagno, il tutto contraddistinto dalla predominanza del bianco e di forme leggere e minimali sia per la rubinetteria che per il rivestimento delle pareti in resina neutra. Particolare attenzione ha avuto per questi spazi, tipicamente gli spazi della sosta, del benvenuto, dell’apertura verso l’esterno, il recupero e il riposizionamento in opera della pavimentazione in basole in pietra chianche pugliesi, sia nel bagno che nell’ingresso. La riqualificazione energetica, migliorando tutte le componenti opache e trasparenti, agendo sugli infissi e sul completo rifacimento dei nuovi intonaci, oltre ad un impianto di climatizzazione invernale ed estiva canalizzato completamente elettrico, ha qualificato l’immobile per una prestazione energetica globale in Classe A2.

riqualificare riconoscendo l’abitare

Duplice, dunque il risultato progettuale, un risultato che dovrebbe essere sempre auspicabile per questo genere di architetture: riqualificare riconoscendo l’abitare storicizzato nella sua alta densità simbolica, non solo come contenitore spaziale in cui operare i modi dell’architettura secondo i principi della sostenibilità, ma anche quale contenuto di tracce di senso, perché un luogo storico è anche uno spazio-contesto, culturalmente connotato, da reinventare e ricomporre nell’abitare contemporaneo. La sostenibilità non puo’ essere solo energetica, cominciamo a ripensare anche ad un valore ancora percepibile in certa architettura storica e da cui ripartire: la sostenibilità sociale dell’abitare.

Francesco Saverio Simone

Sustainable building design e dottore in Scienze dei Beni Culturali. Si occupa di recupero funzionale, riqualificazione urbana e valorizzazione immobiliare del patrimonio esistente.
Project manager per il recupero energetico di beni immobiliari, dal 2010 coordina una rete di collaboratori nazionale, per erogare in prevalenza a P.a. e società, i servizi di Due Diligence tecnica.

È tecnico abilitato iscritto agli elenchi nazionali per la valorizzazione del patrimonio immobiliare, e Real Estate Technical Consultant di primari gruppi di Property e Building management.

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