Si passa la maggior parte del proprio tempo in ambienti chiusi, dove spesso l’inquinamento dell’aria è più intenso di quanto non si pensi: si respira, infatti, aria fino a cinque volte più inquinata rispetto a quella degli spazi aperti. Per tutelare la salubrità dei propri ambienti, Helty propone cinque consigli virtuosi:

Evitare il ristagno di vapori e fumi. “In un’abitazione vengono immessi nell’aria anche dieci litri di umidità al giorno semplicemente con le attività quotidiane”, riferiscono le fonti Helty, e per questo è necessario arieggiare con frequenza, per evitare che ristagnino negli ambienti.

Lavare regolarmente i tessili di casa. Tende, tapperi, rivestimenti di divani e poltrone trattengono le particelle presenti  nell’aria. Considerando che una sola persona, stando seduta, ne disperde nell’ambiente circa centomila al minuto, diventa fondamentale santificare periodicamente i tessili per eliminare parte dell’inquinamento presente in casa.

Inserire alcune specifiche piante. Tempo fa la NASA ha stilato un elenco di piante in grado di ridurre l’inquinamento domestico, neutralizzando sostanze dannose come la formaldeide, lo xilene, il benzene, il tricoloroetilene e le esalazioni tossiche prodotte dai detersivi. Fra queste, il ficus, la dracena e l’edera variegata.

Attenzione al fai da te. Meglio leggere bene le etichette dei materiali da bricolage, spesso contengono componenti dannose ed è necessario seguire le indicazioni pedissequamente, ad esempio eseguendo i lavori fuori casa o in ambienti costantemente arieggiati.

• Ultimo ma non ultimo, investire in tecnologie filtranti. Installare un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata è una soluzione permanente contro l’inquinamento indoor, perché permette un continuo ricambio d’aria anche a finestre chiuse. Welty Flow, ad esempio, è in grado di espellere le sostanze dannose e immettere negli ambienti aria pulita, filtrata dagli inquinanti e dai pollini presenti all’esterno. “Grazie ad un potente filtro antipolline, infatti, questa tecnologia arresta fino al 90% delle particelle da 0,4 micron – due volte più sottili delle PM1 – che costituiscono la maggior parte del particolato aereodisperso e che sono in grado di penetrare nell’organismo fino agli alveoli polmonare”, confermano dall’azienda.

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