Per evitare rischi bisogna rispettare alcune regole fondamentali. Qualsiasi intervento su un impianto deve essere effettuato da personale abilitato e deve essere rilasciata la Dichiarazione di Conformità
Quali sono i principali rischi connessi agli impianti domestici a gas? Quali sono le responsabilità per il proprietario/inquilino e gli operatori? Ce lo spiegano in questo articolo gli specialisti di GT – Il Giornale del Termoidraulico, periodico del Gruppo Tecniche Nuove per il settore idrotermosanitario.
Con il gas non si scherza. La sicurezza negli impianti domestici dovrebbe essere la principale preoccupazione non solo degli operatori del settore, ma anche dei conduttori degli impianti. Nonostante l’accuratezza e l’efficacia delle norme tecniche di settore, molto resta ancora da fare per ridurre il numero degli incidenti.
Da sempre al centro dell’attività del Comitato Italiano Gas (CIG) – che, su mandato dell’Autorità per l’Energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico, elabora su base annuale la statistica incidenti da gas combustibili in Italia – il tema della sicurezza degli impianti a gas naturale e GPL è di stretta attualità.
Rischi e responsabili
Abbiamo chiesto all’ing. Cristiano Fiameni, Direttore tecnico del CIG, una sintesi dei dati relativi agli incidenti domestici: «Il CIG si occupa della redazione e della pubblicazione della statistica sugli incidenti riconducibili agli impianti a gas. La statistica mostra un trend che – in linea con i dati rilevati anche negli ultimi anni – conferma l’efficacia delle norme tecniche di settore, ma evidenzia comunque la necessità di incidere con interventi decisi in materia di controlli sul campo, incentivi alla sostituzione di apparecchi e per il rifacimento degli impianti, informazioni al consumatore e qualificazione degli operatori postcontatore. In generale – nonostante vi siano alcuni casi che attirano l’attenzione dei mezzi di comunicazione, in presenza di esplosione o incendio – osserviamo che il numero degli incidenti, specie di quelli che causano danni alle persone, risulta decisamente molto basso se rapportato agli oltre 20 milioni di utenti (gas canalizzato) in Italia. Ciò nonostante è necessario fare di tutto per ridurne ulteriormente la frequenza, iniziando dalla semplice constatazione che la legge impone che gli impianti siano sempre eseguiti secondo la regola dell’arte. Questo significa che qualsiasi intervento su un impianto a gas dev’essere obbligatoriamente effettuato da personale abilitato, perciò competente e responsabile ai sensi della legge, e che l’esito dell’intervento dev’essere attestato dal rilascio della Dichiarazione di Conformità. In tutti i casi in cui queste condizioni non si verificano siamo senz’altro in presenza di un aumento del rischio di incidenti e, anche, di precise responsabilità».
Cause e concause degli incidenti
Secondo Fiameni, la prima considerazione riguarda senz’altro la presenza costante di cause ricorrenti. È il caso, ad esempio, del progressivo invecchiamento degli impianti, o loro scarsa o nulla manutenzione, oppure dell’irregolarità delle installazioni anche per quanto riguarda il sistema di evacuazione dei prodotti della combustione. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’impianto a gas dev’essere considerato nella sua totalità comprendendo l’impianto di adduzione gas, le aperture di ventilazione/aerazione dei locali e il sistema di evacuazione dei fumi. Per evitare il verificarsi dei casi di dispersione del gas e di riflusso dei fumi negli ambienti, la corretta applicazione delle normative tecniche rappresenta un sistema in grado di garantire un elevatissimo livello di sicurezza. Una seconda considerazione, osserva lo specialista, riguarda l’elevata frequenza di concause: spesso, infatti, gli incidenti sono frutto di più fattori di rischio che, nel tempo, si sommano e si combinano fra loro, rendendo più complesso anche il loro accertamento. Molti di questi casi possono comunque essere ricondotti sia a pratiche non corrette da parte degli operatori, sia al fenomeno del “fai da te” che negli impianti a gas è assolutamente vietato
Responsabilità per operatori e committenti
«In quanto soggetti abilitati, gli operatori sono responsabili dell’esecuzione di tutti gli interventi secondo la regola d’arte - afferma Fiameni -. Qualora questo non si verifichi, come anche nel caso di dichiarazioni di conformità non veritiere, l’operatore si espone dal punto di vista amministrativo e civile. Inoltre, in caso di incidente, la sua responsabilità interessa anche l’ambito penale con l’aggravante della colpa. Per quanto riguarda i committenti, il DM 37/2008 impone l’obbligo di affidare l’intervento esclusivamente a personale abilitato. Lo stesso decreto prevede che il conduttore mantenga l’impianto in condizioni di sicurezza, seguendo le istruzioni di uso e manutenzione fornite dai fabbricanti e dall’installatore. Qualora questo non si verifichi, oltre a sanzioni amministrative, in caso di incidente si determinano delle responsabilità, da accertare in sede giudiziaria»